Buonanno | La fine dei cieli di cristallo | E-Book | sack.de
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E-Book, Italienisch, 228 Seiten, eBook

Buonanno La fine dei cieli di cristallo

L’astronomia al bivio del ‘600
1. Auflage 2010
ISBN: 978-88-470-1498-5
Verlag: Springer Italia
Format: PDF
Kopierschutz: 1 - PDF Watermark

L’astronomia al bivio del ‘600

E-Book, Italienisch, 228 Seiten, eBook

ISBN: 978-88-470-1498-5
Verlag: Springer Italia
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Questo libro parla del rapporto fra Galileo e alcuni scienziati della sua epoca comunemente considerati come esponenti dello "schieramento avverso". È l’epoca in cui la visione del cosmo cambia radicalmente: la cultura europea non appare più al centro della storia umana, la creazione dell’uomo si sposta all’indietro di una inimmaginabile quantità di anni e, infine, i cieli immutabili della cosmologia aristotelica, i cieli di cristallo, vengono definitivamente superati.
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Il Teatro del mondo.- Orologi e girasoli che ruotano sulla Terra immobile.- Gesuiti, bilance e cannocchiali.- La luce e le ombre.- Le macchie sul Sole immutabile.- Il Diluvio Universale.- I geroglifici e il sogno della sapienza universale.- I cieli di cristallo e i gironi dell’inferno.- Conclusione.


"La luce e le ombre (p. 60-61)

E sognò; ed ecco una scala appoggiata sulla terra, la cui cima toccava il cielo; ed ecco gli angeli di Dio, che salivano e scendevano per la scala. Genesi 28,12 (Il sogno di Giacobbe)

Anche Padre Atanasio si occupa di lenti, di cannocchiali e di rifrazione, ma l’obbiettivo è del tutto diverso da quello di Galileo: mentre questi vuole realizzare uno strumento per meglio indagare la natura, Kircher desidera solo scoprire gli effetti infiniti che, attraverso la luce, la natura è capace di creare, e osservarli affascinato.

Ce lo racconta John Bargrave, canonico della Cattedrale di Canterbury e antiquario, il quale conserva nella sua collezione una lente capace di proiettare in una camera oscura l’immagine ingrandita di oggetti distanti:

L’ho acquistata – racconta – per 50 sterline da un tale che iniziò a parlarmi male di Padre Kircher, un gesuita di Roma che io conosco bene, che gli aveva fatto spendere più di mille sterline per metter in pratica le sue speculazioni di ottica delle quali nessuna funzionava e, parlando, tirò fuori una grande cesta di pezzi di vetro del tutto inutili […]

La cattiva pubblicità che il rivenditore di vetri fa a Padre Kircher non va presa alla lettera ed è probabilmente il frutto di qualche bisticcio personale. Sta di fatto che studiosi di mezza Europa continueranno per tutto l’arco della sua vita a chiedere a Kircher informazioni su svariati strumenti ottici anche perché le sue opere sullo studio della luce e delle ombre, come l’Ars Magna Lucis et Umbraedel 1646, mostrano una notevole dimestichezza con le macchine ottiche, sia pure spesso orientata più al divertimento che allo studio scientifico. D’altra parte, continuando a leggere il racconto di Bargrave si capisce che quello che il rivenditore si aspettava da Kircher era proprio la specialità del gesuita, cioè ottenere lenti che realizzassero gli effetti ottici più sorprendenti:

Mi mostrava meravigliosi pezzi di vetro, alcuni ovali, altri tondi, altri convessi, altri concavi, che producevano artifici che non si possono raccontare. Ricordo bene che quando avvicinai il mio braccio a un vetro, vennero fuori da questo vetro un braccio e una mano grande come la mia; e sembrava che potessi toccare dito con dito e palmo con palmo, e quando sono andato a stringere le due mani, non ho toccato altro che aria.

C’era poi nella bottega un’altra meraviglia

[…] un grande vetro appeso a una parete della stanza mentre, appesa alla parete opposta, c’era una immagine dell’interno di una cattedrale […] l’effetto era tale che io, in mezzo alla stanza, avevo l’impressione di camminare all’interno della cattedrale. Se poi si sostituiva l’immagine della cattedrale con quella di un giardino, con piante di arance e di limoni, si aveva l’impressione di camminare in un giardino […]"



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